Un minuscolo letto di ospedale, un’asse da stiro sottodimensionata, bistecche avvolte nella plastica talmente piccole da misurare solo pochi centimetri… Benvenuti nel piccolo mondo di Kath Holden.

Il suo lavoro? Realizzare miniature. Ma non contare su Kath se devi creare case delle bambole o soldatini. No, le sue “creature” rappresentano il mondo che la circonda, gli oggetti della quotidianità in casa sua a Bradford, nello Yorkshire.

Questo perché, prima di tutto, Kath è orgogliosa di essere un’artista che immortala la nostra vita di tutti i giorni.

Diretto da Ellen Evans
Fotografia: Tom Doran
Montaggio: Jon Crook
Musica: Danyal Dhondy
Colorista: Chris Bell
Traduzione: Michela Maroni, Giorgia Frigerio, Alba Castronuovo

Intervista

Ellen Evans | 99.media

Ellen Evans Regista

“Le miniature di Kath sono una rappresentazione diretta delle sue esperienze.”
  • Raccontaci di te, Ellen.


Sono una regista e vivo a Londra. Realizzo film indipendenti e insegno alla UCL, dove sono responsabile del master in Documentario creativo. Nel corso degli ultimi anni ho realizzato vari corti documentari, e La vita in miniatura è stato tra i primi.

Life in Miniature | 99.media
  • Come è nato il progetto?


Ero in un programma per giovani registi gestito dall’Indie Training Fund. Durante il programma si ha a disposizione un piccolo budget e 8 settimane per sviluppare e produrre un film di 3 minuti. Mi sembrava una durata brevissima, e ho pensato fosse divertente che il tema trattato riprendesse questa brevità. Doveva essere un corto “mini” e mi sono divertita ad affrontare un argomento che sarebbe stato a sua volta “corto”, piccolissimo.

  • Quando pensiamo agli oggetti in miniatura, pensiamo subito al mondo immaginario dell’infanzia: le case delle bambole, i soldatini giocattolo, le statuine… Invece Kath Holden è interessata agli oggetti quotidiani e contemporanei che appartengono al mondo degli adulti. Perché non hai scelto un professionista che invece avrebbe costruito case vittoriane o oggetti più infantili del passato?


Mi interessa il modo in cui le persone narrativizzano le loro vite, e sono stata attirata dall’idea di usare oggetti in miniatura come strumento narrativo visivo.

Tra tutti i miniaturisti con cui ho parlato, Kath si è distinta perché è aperta e onesta, e trova un significato in ciò che fa. Le miniature di Kath sono una rappresentazione diretta delle sue esperienze e di ciò che vede nella sua vita quotidiana a Bradford.

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  • Raccontaci delle riprese e dei loro aspetti tecnici.


Il team era composto da due persone: io mi occupavo del suono mentre il mio collaboratore, Tom Doran, faceva le riprese. La vita in miniatura è stato uno dei primi film che ho fatto, e all’epoca lavoravo ancora in modo piuttosto istintivo e sgangherato. Per fortuna avevo un direttore della fotografia pieno di risorse e di talento!

  • Quali progetti hai in corso?


Sto lavorando a una sceneggiatura con Sixteen Films, sarà il mio primo film drammatico.


Addio Mandima è bellissimo, lo faccio vedere ai miei studenti ogni anno! È un film molto spoglio e minimalista, eppure ha così tanto da esprimere. Penso sia strepitoso.

  • Vuoi dire qualcosa su 99 e sull’adattamento del tuo film in diverse lingue?


È pazzesco! Adoro l’idea che La vita in miniatura raggiunga un pubblico internazionale.

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