“Sui tetti, ti senti completamente libero” ci racconta Kirill, sospeso su un braccio con il corpo che penzola nel vuoto.

Il giovane diciannovenne di Mosca ha abbandonato gli studi ed evita l’ombra del servizio militare. Si arrampica fino alla cima dei grattacieli della città, realizza video e posta foto sui social media. I suoi amici non lo capiscono. Pensano che stia sprecando il suo tempo e si chiedono se non sia “vuoto dentro”.

Kirill sembra calmo, distaccato e persino indifferente.
Quali risposte hanno in serbo per lui le stelle lassù?

Diretto da Geoffrey Feinberg
Fotografia: Geoffrey Feinberg
Produzione: Jelena Goldbach, Olga Korotkaya
Montaggio: Amanda Laws, Dominika Michalowska
Musica: Julian Brau, Lorenz Fischer, Claude Debussy
Colorista: Patrick DeVine
Traduzione: Michela Maroni, Giorgia Frigerio, Claudia Pisello

Intervista

Goeff Feinberg | 99.media

Geoff Feinberg Regista

“Ho paura dell’altezza, quindi mi sono sentito subito attratto dalla strana calma che ho colto negli occhi di Kirill mentre faceva tutte queste cose pericolose.”
  • Raccontaci un po’ di te, Geoffrey.


Sono un regista che vive negli Stati Uniti. Da quando ho memoria, sono sempre stato ossessionato dai film! Sono cresciuto vicino a Londra, in Inghilterra, e mi sono trasferito negli Stati Uniti per studiare materie umanistiche all’università, con un corso dedicato al cinema. Dopo gli studi, ho viaggiato un bel po’, facendo escursioni e lavorando nelle fattorie, diventati poi miei altri grandi interessi.


I documentari sono un ottimo mezzo per esplorare le proprie curiosità, ed è così che mi sono imbattuto per la prima volta nel rooftopping (“salire sui tetti”), e poi in Kirill.

The Hanging 02 | 99.media
  • Come è nato questo progetto?


Kirill aveva postato alcune sue foto online, su diversi tetti di Mosca, e quando hanno iniziato a girare e le ho viste, ho sudato freddo. Ho paura dell’altezza, quindi mi sono sentito subito attratto dalla strana calma che ho colto negli occhi di Kirill mentre faceva tutte queste cose pericolose.


Era un contrasto bizzarro, come se non stesse facendo niente di che. Volevo conoscerlo e vedere cosa c’era dietro quegli occhi. Le foto sono diventate virali, così ne ho trovato la fonte e mi sono messo in contatto con lui. Mi interessava molto anche la sottocultura del rooftopping russo.

“C’è qualcosa di enigmatico in Kirill. È in continua lotta con se stesso, si mette alla prova e valuta le proprie capacità.”
  • Come hai convinto Kirill, sapendo che è stato filmato mentre commetteva dei crimini?


Non ho dovuto convincere Kirill e il suo gruppo di amici dei tetti, non hanno paura di finire nei guai. Quello che fanno viene considerato un’infrazione minore, a seconda della situazione, quindi ho capito da loro quando potevo filmarli o no.


Fa parte della sottocultura del rooftopping cercare un edificio su cui si vuole salire e trovare poi il modo per andarci con qualsiasi mezzo possibile. A volte basta salire qualche rampa di scale e aprire una porta che non è stata chiusa a chiave, altre volte sono necessari altri mezzi.


Il rooftopping è un tipo di esplorazione urbana, di cui Kirill e il suo gruppo già si occupavano, e la mentalità è simile: si esplorano luoghi con o (quasi sempre) senza permesso. Se Kirill e gli altri avessero avuto qualche problema nell’essere filmati mentre facevano cose che non volevano far vedere, non le avrei mostrate.

The Hanging 01 | 99.media
  • Molte delle immagini che mostrano situazioni pericolose sono state fornite proprio dai ragazzi dei tetti, ma a te non sembra di esserti messo in pericolo? Non avevi paura di essere arrestato?


No, mi sentivo al sicuro con Kirill e il suo gruppo di amici. Quando sono andato a filmarli facevano rooftopping da ormai molto tempo, e sentivo di trovarmi con un gruppo esperto.  A parte un paio di situazioni un po’ movimentate, il fatto di poter essere scoperti non era un grande problema: alla gente non sembrava importare granché!

La mia preoccupazione principale era che Kirill non si sentisse obbligato a fare “acrobazie” per me, come appendersi ai tetti, e gliel’ho detto chiaramente fin dall’inizio. Come dici tu, il filmato che lo ritrae mentre fa cose pericolose è stato girato da lui stesso prima che lo incontrassi. Il mio interesse principale era quello di conoscerlo, non di vederlo fare acrobazie.

  • Parlaci delle riprese e dei loro aspetti tecnici.


Ho messo tutto in un unico zaino, per passare inosservato. Ho girato con una fotocamera DSLR e avevo un registratore audio separato che ho attaccato alla slitta del flash nella parte superiore, a volte insieme a un microfono direzionale. Ho girato quasi tutto a mano, non ho mai dovuto fare grandi allestimenti.

“Il film rispecchia l’attualità. I parallelismi con ciò che sta accadendo ora sono numerosi.”
  • Il personaggio secondario di questo film è Mosca stessa. Kirill è interessato all’architettura e alla storia. Che rapporto ha con la sua città?


Kirill ama la sua città, sembra conoscere ogni angolo di Mosca e tutte le sue bellezze nascoste. Ha un modo unico di scoprire il luogo in cui vive: si intrufola nei cantieri, si arrampica sulle gru, cerca nuovi palazzi in costruzione e sale sulla cima degli edifici più antichi.

Sono stato molto ispirato dal modo in cui si può essere padroni di un luogo esplorandolo in profondità, come fanno lui e i suoi amici. Capisci bene che andare in luoghi in cui non va nessun altro è una sensazione molto forte. Trovarsi in cima con una vista unica e spettacolare è una sensazione inebriante di libertà totale. Kirill conosceva la storia di tutti i luoghi in cui siamo andati e me ne parlava.

The Hanging | 99.media
  • È piuttosto difficile capire Kirill. Critica l’indifferenza della società, ma non sembra nemmeno un attivista. Ciò che fa non lo fa per motivi politici. Accetta le critiche altrui, ma ne sembra anche indifferente. Potrebbe arruolarsi nell’esercito, o forse no. Sembra pieno di contraddizioni. Come lo descriveresti?


Hai ragione. Al tempo delle riprese, Kirill non era un attivista, né aveva motivazioni politiche. Dopo le riprese, si è scoperto che era riuscito a evitare il servizio di leva grazie a un’esenzione medica.

C’è qualcosa di enigmatico in Kirill: è in continua lotta con se stesso, si mette alla prova e valuta le proprie capacità. Credo che durante le riprese si trovasse a un bivio della sua vita. Avendo lasciato una buona università e abbandonato il percorso di vita ben definito che ne derivava, era confuso sulla direzione da prendere. Spesso sembrava perso nei suoi pensieri, cercava dei punti di riferimento. In questo processo di scoperta personale, sembrava che l’unica cosa a cui tenesse davvero fosse la libertà di esplorare e vedere che cosa il futuro avesse in serbo per lui. È per questo che può sembrare un po’ misterioso. Ha 19 anni e sta cercando di trovare lo spazio per capire ciò che vuole realmente, ma l’esercito e la leva sono un vero pericolo per lui, che potrebbero strappargli via questa libertà in qualunque momento. Non credo sia indifferente, c’è una grande lotta interiore sotto la superficie.

Per quanto riguarda la politica, si tratta di un argomento spinoso, perché secondo me, anche se non viene detto ad alta voce da nessuno, il personale è politico: il modo in cui sceglie di vivere la sua vita – il fatto che stia sui tetti, la mentalità di esplorare sempre – dimostra quanto sia aperto alle cose e quanto sia libero. Per me tutto questo è politico, considerando le opzioni che aveva: esercito o università. Sta scegliendo di trovare la sua strada al di fuori di queste.

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  • Il tuo film è stato girato nel 2014 e rispecchia gli eventi attuali, perché Kirill aveva paura di partire per il servizio militare. Nel 2022, migliaia di giovani russi sono fuggiti dal loro Paese per evitare di essere mandati a combattere in Ucraina. Vuoi approfondire questo parallelismo?


Il film rispecchia l’attualità, i parallelismi con ciò che sta accadendo ora sono numerosi. Abbiamo girato il film nel 2014, subito dopo l’annessione della Crimea alla Russia, un fatto molto allarmante all’epoca. Questa era l’aria che si respirava in quel momento. Un membro del gruppo aveva addirittura fatto rooftopping a Kiev durante la Rivoluzione di Maidan.

Il fatto che Kirill abbia ottenuto un’esenzione medica dall’esercito è stato un grande sollievo. Ho seguito la guerra da vicino e mi dispiace moltissimo per i giovani che sono stati catturati, arruolati e gettati bruscamente in guerra. È una tragedia per l’Ucraina, ma anche per i giovani russi orientati all’esterno.

Di recente, alcuni amici di Kirill appartenenti alla comunità del rooftopping con cui ho filmato hanno lasciato il Paese per dirigersi in Turchia e in altri posti, temendo di essere arruolati anche loro. Mi sono tenuto in contatto con un paio di loro ed è stata una decisione enorme partire così all’improvviso, abbandonando le proprie vite fino alla fine di questo disastro. È come se una bomba fosse esplosa nelle loro vite. È una situazione orribile.

  • Come sta Kirill oggi?


Sta bene. Ci stiamo sentendo molto in questo periodo, mi informo su tutti gli eventi del momento. Sta lavorando come fotografo e costruisce anche mobili. È contrario alla guerra e quando è scoppiata è sceso in strada a protestare ed è stato trattenuto per 8 ore.

The Hanging 05 | 99.media

“NO ALLA GUERRA”

  • Quali progetti hai al momento?


Mi sto concentrando su un progetto che sto montando, un lungometraggio documentario a cui lavoro già da un po’. Dovrei finirlo a breve!

  • Hai un cortometraggio preferito tra quelli presentati da 99?


Mi è piaciuto moltissimo Collegati. È il bellissimo ritratto di una coppia di non vedenti che affronta una giornata sulle piste da sci polacche. Mi piace il fatto che tutto si svolga nell’arco di una sola giornata e che attraverso le loro attività si percepisca la profondità del loro rapporto. Quando alla fine si mettono a sciare mi è iniziato a battere il cuore, wow! Ti fa provare in modo viscerale come sarebbe fare una cosa del genere senza poter vedere, quanto sarebbe spaventoso e incredibile.

Anche Tungrus è stato molto divertente, mi sono trovato a ridere ad alta voce! Il padre, che vuole ricreare i suoi ricordi d’infanzia, era una persona molto strana e divertente. Un gran bel personaggio. Ma la realtà alla fine era davvero triste, e ovviamente ti fa pensare al rapporto che si ha con il cibo, un problema enorme al giorno d’oggi e un punto di vista interessantissimo sull’argomento. Anche l’intervista al regista del film è fantastica, la consiglio molto!

  • Vuoi dirci qualcosa su 99 e sull’adattamento del tuo film in più lingue?


È fantastico che il film sia stato tradotto in diverse lingue! L’idea che il film possa essere visto da un pubblico più vasto è davvero emozionante. È un’opportunità incredibile quella che 99 offre ai film del sito!

Il film esiste da molto tempo solo in russo con sottotitoli in inglese. In effetti, di recente ho inviato il film a dei nuovi amici che parlano solo italiano, quindi il fatto che ora possano guardare il film e capirlo è un grande regalo! Grazie mille!

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